Articolo pubblicato il 5 aprile 2010
Aggiornamento marzo 2019
E’ passato quasi un decennio dal mio articolo originale, e il procedimento non è più qualcosa di pioneristico. Si è discusso e si discute ancora sull’argomento (spesso animatamente) su forum e pagine facebook, ma quello che è più importante è il fatto di poter trarre qualche conclusione dalle esperienze di chi come me ha sperimentato il retr0bright quando ancora era una novità.
In questi anni molte persone hanno sperimentato varianti della formula, cambiando qualche ingrediente, aggiungendo la variabile del calore, con risultati più o meno soddisfacenti o veloci. In molti preferiscono usare la crema sbiancante per parrucchieri, che in pratica è molto simile alla ricetta originale: il principio attivo è sempre il perossido di idrogeno (acqua ossigenata) con un addensante che la rende spalmabile, anche se un po’ più liquida del retr0bright. Basta aggiungere il catalizzatore (es. Vanish) e controllare che la crema non si asciughi.
L’aggiornamento più importante è che il processo di “sbiancamento” non è definitivo. Questa scoperta, annunciata dal blog di Tezza (uno dei primi a sperimentare il Retr0Bright) nel 2014, per me è sufficiente a farmi desistere dall’utilizzare ancora il composto. Confermo che le poche macchine che ho trattato sono tornate a ingiallire: anche il VIC 20 di questo articolo, conservato nella scatola originale dopo il trattamento (protetto anche da un sacchetto di plastica) e mai più esposto alla luce è tornato a ingiallire in maniera uniforme:
La ragione chimica dell’ingiallimento è stata messa in discussione, e potrebbe non essere il bromo la causa (o l’unica causa): potrebbe essere infatti il butadiene – la “B” di ABS – a degradare producendo l’indesiderabille effetto di ingiallimento che colpisce le scocche dei nostri vecchi computer. Non sono un chimico e non posso confermare nessuna delle ipotesi.
Anche chi ha protetto i pezzi con vernici trasparenti anti UV si è ritrovato con le plastiche nuovamente ingiallite. Il trattamento perciò non ripristina le plastiche allo stato originale: se l’ingiallimento iniziale è dovuto (o accelerato) dall’esposizione alla luce solare, il fatto che torni a ingiallire anche chiuso in una scatola o in un armadio ne è la dimostrazione.
Qualcuno afferma che il processo indebolisce le plastiche rendendole più porose e friabili. Non sono in grado di confermare questa affermazione, ma posso dire che, a parte tornare gialli, i pezzi che ho trattato non mi sembrano diventati più fragili. Questa fragilità è un effetto collaterale dell’esposizione al sole e dell’invecchiamento dell’ABS: le scocche in ABS di alcuni miei computer, in particolare i Macintosh degli anni ’90, sono diventate friabili senza alcun trattamento.
A conclusione di questa premessa lascio quindi il mio consiglio: evitate di trattare i vostri pezzi con il Retr0bright o prodotti simili basati sull’acqua ossigenata. Non immaginate quante volte ho visto persone deluse per aver rovinato i propri pezzi esagerando con le percentuali, il tempo di esposizione, o sperimentando metodi alternativi. Tanto poi dopo qualche anno torna tutto come prima, se non peggio.
Una nota per mercanti e rivenditori: se mettete in vendita pezzi trattati, siate onesti e fatelo sapere ai vostri acquirenti.
Di seguito l’articolo originale.
Plastica ingiallita: cos’è Retr0Bright?
E’ un gel che permette di invertire il processo di ingiallimento della plastica, riportandola al colore originale. Lo uso per computer e console, ma nulla vieta di usarlo su mattoncini del Lego, giocattoli, o tutto ciò che è in plastica ABS.
Ecco cosa può fare:
Introduzione
Uso il gel Retr0Bright (a volte scritto Retrobright o Retrobrite) dall’estate del 2009, penso di aver maturato un’esperienza sufficiente per parlarne nel blog aggiungendo qualche consiglio personale. Inoltre – a oggi – non è facile trovare pagine in italiano sull’argomento: la maggior parte danno un accenno al prodotto o una veloce traduzione. Spesso le immagini sono le stesse del sito in inglese: pochi di quelli che hanno riportato la scoperta hanno effettivamente provato il prodotto, e in questo caso dovete cercare nei newsgroup o nei forum informazioni piuttosto frammentate.
Dato che l’intero progetto è stato rilasciato al pubblico senza fini commerciali, spero di contribuire a diffondere la notizia nella comunità italiana di retrocomputing e collezionisti; qualcuno offre online il trattamento a pagamento: se non vi sentite in grado di utilizzare il processo, può essere una soluzione. A scanso di equivoci, non sono io e non so chi sia.
Il mio articolo dovrebbe essere sufficientemente esaustivo sull’argomento, il riferimento rimane ovviamente il Sito del progetto Retr0bright (in inglese). Non ho le competenze per spiegare in dettaglio il processo chimico del restauro o dei possibili danni, se masticate un po’ d’inglese leggete anche l’articolo originale.
In ogni caso non ritenetemi responsabile se rovinate il pezzo più importante della vostra collezione: iniziate con qualcosa di comune, un mouse o qualche pezzo di facile reperibilità. A volte un ingiallimento uniforme può essere accettabile, se è un pezzo unico è meglio tenerlo così o rischiare di rovinarlo? Abbiate pazienza e fate pratica.
Come funziona?
La scoperta più importante è stata che non è la plastica a ingiallire, ma un composto aggiunto alla plastica stessa come ritardante di fiamma, il bromo. I produttori di computer usavano una plastica economica, l’ABS, aggiungendo il ritardante per rendere più sicuro il prodotto; il bromo in natura è marrone, e l’esposizione ai raggi UV del sole spezza un legame chimico riportando il bromo al suo colore originale.
Questa scoperta è stata in realtà la conseguenza di un esperimento in Germania: alcune persone hanno notato che lasciando alcuni giorni le plastiche in immersione in acqua ossigenata (perossido di idrogeno) sotto il sole, queste ritornavano al colore originale.
Il chimico del progetto Retr0Bright – questo il nome assegnato al “prodotto” – ha indagato sul processo e ha trovato un modo per accelerarlo: bisogna aggiungere un catalizzatore, che però si trova puro in commercio solo per le industrie. Fortunatamente questo elemento è l’ossigeno attivo dei vari prodotti “Oxi” che troviamo al supermercato: basta quindi un po’ di Vanish o simili. Farà un po’ di schiuma ma non contiene prodotti dannosi per le plastiche.
Con questo catalizzatore, il processo di ridare la molecola di ossigeno al bromo (l’ingiallimento è comunque solo in superficie) accade in qualche ora piuttosto che qualche giorno; ironicamente, ciò che attiva il processo sono gli stessi raggi UV colpevoli dell’ingiallimento.
Il problema è che se dobbiamo “sbiancare” plastiche piuttosto voluminose, servono grandi quantità di acqua ossigenata, che nelle concentrazioni necessarie non è facile da trovare. La soluzione è stata quella di rendere il prodotto spalmabile (e più economico): diamo il benvenuto al gel Retr0Bright!
La ricetta
Attenzione! L’acqua ossigenata in alte concentrazioni è pericolosa! Può danneggiare la pelle e rendervi ciechi se arriva negli occhi. L’acqua ossigenata per disinfettare le ferite ha una concentrazione del 3%-6%; quella usata dai parruchieri del 12%; quella usata per sbiancare il legno arriva al 40% (130 volumi). Usate sempre i guanti e occhiali protettivi.
Per convertire da volumi a percentuale, dividete per 3,3.
Ad esempio, 130 volumi / 3,3 = circa 40%.
Nota: “tablespoon” e “teaspoon” sono vere e proprie unità di misura, non sono un cucchiaio o un cucchiaino. Inoltre c’è differenza tra USA e Gran Bretagna…
La ricetta è inglese, per cui:
1 tablespoon = ~18ml
1 teaspoon = ~6ml
Ingredienti per produrre circa mezzo litro di gel (ricetta originale)
500 ml di acqua ossigenata 10% – 15% (circa 40 volumi)
2 tablespoon (36ml) di gomma di Xantano (è un addensante alimentare che potete ordinare in farmacia o online)
1 teaspoon (6ml) di glicerina (anche questo in farmacia o online)
1/4 teaspoon (2ml) di Vanish o simile in polvere (cercate i vari “Oxi” al supermercato, cambiano le percentuali di ossigeno attivo, in genere attorno al 30%)
Mescolate l’acqua ossigenata e la gomma di Xantano in una ciotola con una frusta elettrica (quella per montare la panna). Aggiungete la glicerina e mescolate ancora. Lasciate riposare e date un’ultima mescolata. Il composto può essere conservato in un contenitore, di plastica e non trasparente. Non aggiungete il Vanish, va usato solo quando dovete applicare il gel. Il composto senza il Vanish può essere conservato per qualche settimana senza problemi. Una volta attivato, deve essere utilizzato entro 48 ore, poi risulta inefficace.
Il mio consiglio: mantenete percentuali basse di acqua ossigenata. Io ho provato varie concentrazioni, anche più del 15%. Sappiate che più alta è la percentuale, più aumenta la probabilità di danneggiare la plastica. Io ora uso acqua ossigenata all’8%.
Utilizzo
Smontate e pulite i pezzi da restaurare. Aggiungete una punta di cucchiaino di Vanish al composto e mescolate in modo che si sciolga. In alternativa, sciogliete il Vanish in un po’ di acqua calda (non bollente) e aggiungetela al composto.
Spalmate il composto in maniera uniforme sulla plastica e mettetelo al sole. Il sito dice di lasciare agire per un giorno, ma vi posso assicurare che se fate così ci sarà un’alta probabilità di rovinare la plastica. Dovete controllare ogni due-tre ore che il gel non si asciughi: dato che sicuramente si sarà seccato, date una pennellata con un po’ d’acqua e spalmate altro gel.
Le serigrafie non vengono rovinate, ma le parti in metallo potrebbero ossidarsi. La vernice su alcune parti metalliche (es. vecchi loghi Apple) sbiadisce o si scrosta. Usate solo sulla plastica.
A parte qualche pezzo particolarmente ingiallito, qualche ora potrebbe già bastare a ripristinare le plastiche. Sciacquate bene togliendo qualsiasi residuo del gel. Non valutate il risultato di sera con la luce di una lampadina: aspettate il giorno dopo e guardate il pezzo alla luce del giorno. Come per qualsiasi restauro, non insistete, non esagerate. Se volete ottenere il risultato “perfetto”, finirete per rovinare la plastica in maniera irreversibile. Accontentatevi del risultato ottenuto.
Effetti collaterali
Se usate una concentrazione troppo alta di acqua ossigenata, o se lasciate il pezzo troppo a lungo sotto il sole, la plastica potrebbe sbiancarsi in maniera irreversibile. A me è successo nei primi esperimenti, per cui ripeto: perossido di idrogeno al massimo al 10% e controllate spesso che il gel non si asciughi, altrimenti appariranno macchie o striature bianche. Sul sito Retr0Bright ci sono vari esempi di esperimenti andati male.
La mia esperienza
Oltre a mettere i pezzi al sole, ho provato anche con lampade UV di ogni tipo. I raggi UV sono di tre tipi, alcuni arrivano naturalmente sulla terra mentre altri devono essere riprodotti artificialmente e sono molto pericolosi (soprattutto gli UVC). Ho provato con una lampada UVA da 25W, una lampada UVA+UVB da terrario, una pericolosa lampada UVC che accendevo in una scatola completamente chiusa, in cantina.
Le lampade che vanno bene sono le “Black light” o “luce di wood”: sono quelle che si usano anche in discoteca e fanno risaltare tutto quello che contiene fluoro (occhi, denti, magliette bianche).
Il problema è che in genere queste lampade sono poco potenti, vanno bene per pezzi piccoli ma è difficile illuminare il case di un computer su tutti i lati, perché l’effetto della lampada cala con la distanza. Meglio una giornata di sole.
Tante parole, ora finalmente qualche foto! Di seguito alcuni dei miei interventi.
Commodore VIC20: il mio primo esperimento
Ecco come si presentava il pezzo prima del restauro: aveva un ingiallimento molto evidente localizzato in basso a sinistra e lateralmente sulla parte superiore del case. Quella inferiore solo a lato.
Questa prima prova risale all’estate 2009, in una bella giornata di sole qui al nord.
Applicazione del gel (più che altro è una schiuma):
A fine mattinata, dopo qualche ora:
A fine giornata:
Tastiera Apple
Una tastiera molto ingiallita. Fino a dove può arrivare Retr0Bright? Eccola prima della cura:
E questo è il risultato finale:
Commodore 64G
Qui il computer prima di essere ancora pulito, così com’è arrivato:
In questo caso, oltre alla scocca, anche i tasti erano ingialliti. Ecco il risultato finale:
Altri pezzi
Il tag retr0bright vi mostra altri pezzi nel blog trattati con il gel.
Problemi
Preso dall’entusiasmo del primo successo, ho fatto un’altra prova; ma la concentrazione di acqua ossigenata era troppo alta e quando ho visto le prime macchie pensavo che anche tutto il resto dovesse diventare grigio chiaro, invece la plastica aveva iniziato a rovinarsi. Ho insistito utilizzando il gel due giorni di seguito, due giornate estive di sole che hanno solo peggiorato il problema.
Qui un’altra tastiera prima di essere smontata, pulita e restaurata:
Ecco come si presenta il difetto della plastica “macchiata” a striature:
Di seguito un dettaglio della plastica rovinata evidenziato in PhotoShop:
Non è possibile ripristinare in nessun modo la plastica una volta che si è sbiancata oltre al suo colore originale.
Conclusione
Retr0Bright, e le persone dietro al progetto, hanno reso possibile ciò che per molti anni ho ritenuto impossibile. Parecchi pezzi che ho recuperato sono ingialliti: alcuni in modo lieve e uniforme, e magari non dà neanche troppo fastidio. Altre plastiche sono invece ingiallite parzialmente perché esposte alla luce solo da un lato, o perché c’era un’etichetta o un monitor appoggiato sul computer che ha protetto parte della scocca.
In questo caso il restauro è un’ottima soluzione per ripristinare o rigenerare le plastiche riportandole al colore originale.
Mi sono posto il problema se sia corretto restaurare un vecchio computer. Ho pensato che ci sono varie categorie di oggetti, che condizionano il tipo di restauro da applicare: in alcuni casi è bello vedere i segni del tempo, altre volte è ovvio e scontato ripristinare le condizioni originali, come nelle auto d’epoca. Nessuno sarebbe orgoglioso di una vecchia Porsche con la carrozzeria arrugginita, le cromature scrostate e i sedili rovinati.
Note
Agosto 2012
La ricetta del gel è completamente open source. Se volete copiare e incollare la mia traduzione della ricetta, fate pure; un link a questa pagina e una notifica sono comunque molto graditi. Ho aggiunto alla ricetta originale alcune considerazioni personali e una spiegazione su come ho convertito le unità di misura.
Evitate però, come è già successo più volte, di fare copia e incolla dell’intero articolo, che è, come si dice, tutta farina del mio sacco.
Maggio 2013
Un amico mi ha segnalato un annuncio online di una persona che offre servizi di “restauro console e sbiancamento plastiche ingiallite”. Questa persona ha usato le foto di questo articolo, ma non sono io.
Pingback: Retr0Bright [Retronomicon]
Ciao Giacomo!
Grazie del report dettagliato delle tue esperienze: mi saranno sicuramente utili per iniziare a sbiancare alcuni pezzi che ho da parte (ho fatto solo dei mini-esperimenti, con dei tasti di un C-64C ed acqua ossigenata, che sono andati a buon fine).
Luca “OgniX”
Un’ottima guida,
utile per iniziare a fare qualche esperimento su alcuni computer che abbiamo in sede.
Grazie !
Dino
Ciao Dino! Sto facendo qualche esperimento con un prodotto che semplificherebbe molto il processo… appena pronto ti avviso :-)
Fantastico mi sono sempre chiesto come si poteva rimediare questo problema ho molti telefoni di casa a tasti americani anni 60…alcuni di loro…quelli bianchi si sono ingialliti..e pur avendo recuperato tutti i graffi con Novus (prodotto americano) mi sono chiesto come si poteva togliere l’ingiallimento dei mie telefoni Western Electric benissimo se mi verrà l’idea provero su plastiche di cui non mi importa per imparare ….Thanks a lot again!!!!!!!
ciao, sarebbe tutto perfetto se non dovessi ottenere l’effetto contrario,ovvero ingiallire del materiale che non e’ plastica,ma piuttosto una pellicola spessa 2mm con base di cellulosa, chiamata Pyralin. Dovrei ottenere l’effetto ingiallito sulla copertura di una batteria vintage anni ’40’i componenti sono stati acquistati in momenti diversi e ora non sono piu’ dello stesso bianco perlato.
Grazie
Alessandra
Alessandra, purtroppo tutto questo processo parte dal presupposto che il materiale sia ABS; personalmente ho visto plastiche di altro tipo ingiallite dal tempo e non dal sole, ma se il Pyralin è a base di cellulosa, non ho la più pallida idea dei processi chimici responsabili dell’ingiallimento di questo materiale.
Interessantissimo! E complimenti per il bellissimo blog!
Farò delle prove….ho voglia di restaurare il mio C64 del 91!
E un modellino di “Robotech” dell’85! Entrambi con la plastica ingiallita!
Mi spaventava il discorso serigrafie dei tasti, ma se dici che il prodotto non influisce…
Mi lascia solo perplesso il discorso tablespoon/ml in quanto la xanthan gum è venduta solida a quanto vedo (in polvere) .
Quindi tenendo per buono il discorso glicerina misurata in ml….è giusto misurare la xantham gum in gr? Quindi diciamo 36gr? Dico ciò perchè penso entrino in gioco discorsi di peso specifico….
Tu come misuri?
Ciao Alberto, prima di tutto ti consiglio di fare qualche esperimento con oggetti di scarso valore per fare un po’ di esperienza… non iniziare subito con le cose a cui tieni, perché se poi sbagli qualcosa non c’è modo di tornare indietro.
Io per la quantità di gomma di xantano rubo un misurino a mia moglie, ha tutto il set di teaspoon, tablespoon, cup, ecc. – comunque per la gomma non è necessaria una precisione al milligrammo, serve solo come addensante. Fai attenzione all’acqua ossigenata, usa una concentrazione anche più bassa (6%).
Ok! Grazie Giacomo!
Comunque il C64 è dell’88 o 89 mi ero sbagliato…lo dico perchè sotto c’è un sigillo di garanzia (che mi toccherà togliere per il restauro) per una riparazione in garanzia datata 11-89
Proverò sicuramene con qualche oggetto senza valore prima di avventurarmi nell’impresa…
Caspita che scoperta! Grazie per la divulgazione. Contribuisco con la mia prova. Ho provato in un angolo di una vecchia lampada, in origine di un bel verde salvia ma orribilmente ingiallita. Ho però usato qualcosa che avevo in casa: emulsione ossidante e polvere schiarente (priva di ammoniaca). Sono utilizzati per schiarire pelurie varie. Ha funzionato benissimo.
Ho spalmato, coperto con pellicola cercando di non lasciare bolle e poco più di un’ora al sole. L’ho appena lavata e……….miracolo!
Peccato non averla fotografata prima.
Se interessa posso fornire dettagli dei prodotti che ho usato.
Ancora grazie
Gina
Ciao Gina, grazie per aver condiviso la tua esperienza! Sicuramente qualche dettaglio in più potrebbe aiutare chi ha voglia di usare qualcosa di più semplice o di già pronto.
A proposito di prodotti già pronti: ho usato con successo anche l’acqua ossigenata in crema a 30 volumi, circa 9%, quella per parrucchieri. Credo che proverò di nuovo con una crema a 20 volumi (6%).
L’unico problema è che questa crema non è molto densa, quindi non va troppo bene per grandi superfici verticali; forse avvolgere l’oggetto nella pellicola, come hai fatto tu, potrebbe essere d’aiuto.
Grande, sapresti dirmi se può valer la pena provare su un vecchio serbatoio di benzina ? In origine era bianco ma poi a seguito del sole e del trasude della benzina diventava giallo. Alcuni lo mettono a mollo in acqua e soda caustica, ma il risulttato è mediocre. Ciao e grazie mille
@marco: non so se i serbatoi per la benzina (di una moto?) sono della plastica che può essere trattata; di certo non riuscirai a togliere tracce causate dal carburante, almeno con il retr0bright.
Inoltre, con un oggetto così pericoloso come un contenitore di benzina, non posso prendermi la responsabilità di darti un suggerimento alla cieca… magari rischi di alterare la composizione della plastica e rendere il contenitore poco sicuro.
Ciao Giacomo, grazie per aver reso tutto il tuo lavoro disponibile in maniera chiara e comprensibile.
Io sono un collezionista di flipper, nei flipper ci sono spesso plastiche ingiallite dello spessore di circa 3 millimetri , il problema è che in origine sono trasparenti e non bianche per cui qualche dubbio l’avevo sulla riuscita del test.
Oggi ho provato il metodo utilizzando pero’ l’acqua ossigenata in crema a 40 volumi + Vanish,dopo 6 ore di plastica al sole tanta schiuma ma non è cambiato niente, la plastica rimane ingiallita , peccato perchè speravo di poter risolvere questo odioso problema.
Certo il sole di oggi 16 Ottobre non è fortissimo come quello di luglio ,comunque scalda bene segno che i raggi UV ci sono.
Non so dire di che materiale siano fatte la plastiche ma forse essendo trasparenti o si sono alterate anche all’interno o l’ingiallimento è dovuto a qualche altro processo chimico e non al bromo.
Ciao Luca, bella passione anche quella dei flipper… concordo con te sul fatto che la causa dell’ingiallimento non sia dovuta al bromo.
A volte è meglio una giornata soleggiata di ottobre, l’ultima volta che ho usato il gel questa estate ho dovuto lasciare i pezzi all’ombra perché il sole era anche troppo!
Grazie 1000 per la preziosa info! Oggi sono riuscito a riportare ai fasti originali una attempata Amiga500.
Hanno funzionato benissimo l’acqua ossigenata in crema a 30 vol e 2,5 ml di vanish.
Tempo di esposizione alla luce solare (scarsina…) di sole due ore.
Edo, mi fa piacere che tu sia riuscito a riportare al colore originale i tasti del tuo Amiga.
Per pezzi piccoli è anche possibile metterli in un vasetto di vetro con acqua ossigenata e aggiungere il vanish, mescolando ogni tanto per esporre tutte le parti al sole.
Ciao Giacomo. Ho appena letto questo interessantissimo articolo. Pare che il Retr0bright sia temporaneo. Mooolto temporaneo.
Buona lettura. ;)
http://www.classic-computers.org.nz/blog/2013-01-15-retr0bright-only-temporary.htm
Grazie per la segnalazione, Gabriele, in effetti solo ora inizia a esserci uno “storico” del trattamento con il gel. Io ho qui un monitor di Apple IIc che era davvero molto ingiallito: non è chiuso in una scatola ma è “esposto” su uno scaffale in una stanza dove c’è luce naturale filtrata da una “tenda” temporanea (un foglio di carta sul vetro). È lì da anni ma non ho notato regressioni. Controllerò qualche altro pezzo trattato e condividerò i risultati.
Salve,colleziono vecchi computer da almeno un decennio,con costanza variabile, il che vuol dire che non ho grandi numeri ne modelli rari…però è una passione che continuerò a coltivare.
Detto questo, ho scoperto da pochi giorni proprio in questo sito,il retr0bright , e già mi sto organizzando per provare.
Ammazza però che rara e costosa che è la gomma di xantano, l’ho ordinata in farmacia a 20€ euro più euro meno di 100g… mi avranno fregato? Ha ha…
La prima cavia sarà un vecchio computer russo del 1990 .. con scheda madre non funzionante. È giallo che più giallo non si può , marrone direi.
Se tutto va bene (e torna il sole) poi procederò a trattare un Amiga1200 che finalmente mi hanno regalato (dopo 6 anni che chiedo…) , del quale ho già smontato tutti i tastini uno per uno.
Mah vedremo cosa combino, grazie comunque della dritta!!
Saluti, Nico.
Per Nico. A mio avviso segui i consigli di Giacomo. Prima del computer russo, io proverei a sperimentare su qualcosa di poco raro, magari un Commodore 64 recente, mal che vada ne ricompri uno a 10 euro. I miei esperimenti falliti battono ancora quelli perfettamente riusciti ! Per la gomma di xantano, prova con un addensante qualsiasi, va bene lo stesso. Occhio all’acqua ossigenata, con la crema da parrucchieri avevo temuto per le mie impronte digitali: ho sbiancato anche quelle !!!
Salve. Ho provato con il “Russo” perché non è di molto interesse, visto che è anche fulminato….
Il Russo è diventato a strisce tipo zebrato… Come nella foto qui in alto dove viene evidenziata la plastica sbiancata oltre il colore originale. In più le scritte sui sono cancellate, credo che il computer avesse serigrafie economiche tipo i trasferibili….
L’ Amiga 1200 è venuta bene, anche se un lato tende al giallino non si nota,i tasti sono diventati stupendi…
Uno dei vantaggi dei vecchi computer rispetto a quelli moderni è che spesso possono essere riparati… magari il computer russo, probabilmente molto raro qui da noi e sicuramente interessante, poteva essere sistemato. Peccato. Con l’Amiga 1200 il procedimento è meno rischioso perché il colore originale è molto chiaro; mi fa piacere che tu sia riuscito ad ottenere un buon risultato.
Ragazzi gran bel sito
Anche io come voi ho riportato un sacco di plastiche da gialle a bianche
Quello,che però trovo complicato è pulire i tasti,delle commodore e ibm keyboard
Mi vengono via i,caratteri …
Suggerimenti ?
Per i tasti uso una spugna non abrasiva e un prodotto sgrassante, o detersivo per i piatti. Dopo averli staccati tutti dalla tastiera, ovviamente. Lavoro noioso ma, con le tastiere più vissute, necessario.
che bell’articolo! sapete se x caso sbianca anche la gomma ingiallita? Per chi non lo sapesse la gomma xantana si trova a pochi euro su siti internet che vendono ingredienti per farsi i cosmetici in casa come Aromazone, Farmacia Vernile, glamour cosmetics ecc. non fatevi fregare dalle farmacie :)
Bellissimo articolo, assolutamente da provare.
Sono arrivato a questa pagina perché cercavo qualcosa per sbiancare i tasti bianchi della mia Korg Triton (tastiera elettronica), leggermente ingialliti. Ti risulta che questo metodo funzioni anche con oggetti bianchissimi come questi? Sai di esperienze già fatte?
Grazie ancora.
Luigi
@Barbara: la prima volta ho preso la gomma di xantano in farmacia e in effetti la fanno pagare tantissimo, meglio comprare online, concordo. Grazie per i suggerimenti!
Per quanto riguarda la gomma… hai provato a pulirla con un po’ di cif? Di che oggetto stai parlando? Io proverei retr0bright su un lato nascosto dell’oggetto prima di rischiare che si sciolga :-)
Se l’oggetto è piccolo, si può evitare la gomma di xantano e lasciarlo immerso nell’acqua ossigenata con un po’ di vanish.
@Luigi: con gli oggetti originariamente bianchi c’è una minore possibilità che vengano le strisce, ma a volte bisogna accontentarsi di un risultato che migliora la situazione, senza insistere per far tornare i tasti 100% bianchi come in origine.
Grazie della risposta, ho provveduto a smontare tutti i tasti bianchi e a pulirli con il detersivo intanto perché erano parecchio sporchi nelle zone interstiziali. Qui la nebbia che dura giorni interi non mi aiuta molto, ed il lavoro settimanale nemmeno. Mi sa che aspetterò il prossimo week end per retr0brightare, vi farò sapere il risultato dato che non ho trovato precedenti…
Ciao Giacomo, mi fa piacere conoscerti ed avere la possibilità di ringraziarti per l’esperienza che condividi con noi; gli altri.
Io colleziono robot giocattoli, per lo più in ferro e plastica, non esenti dalla stessa problematica ove presentino pezzi bianchi.
Vorrei elencarti alcune domande:
– come si fa a distinguere una plastica ABS da un’altra realizzata in resina?
– in caso di resina, i tuoi consigli sono attuabili o impropri?
– nelle risposte a Edo e Barbara, suggerisci (per piccoli oggetti, come nel mio caso) l’immersione in acqua ossigenata con un po’ di Vanish; in quali quantità e concentrazioni?
Ciao Antonello, non credo che il Retr0Bright possa funzionare con la resina, e non so aiutarti a distinguerla dall’ABS.
Per quanto riguarda l’immersione in acqua ossigenata, uso le stesse proporzioni della ricetta escludendo la gomma di xantano e la glicerina. Il problema dell’immersione è che gli oggetti in plastica tendono a galleggiare, a volte li tengo fissati al fondo del contenitore con un po’ di biadesivo.
Ciao..funziona anche con la plastica delle cartucce?
Probabilmente sì… ma di solito le etichette sulle cartucce dei giochi sono in carta :-)
Lo scolorimento è dovuto ad un naturale processo di ossidazione dei vari materiali di cui sono composte le plastiche (metalli ma non solo) per cui la luce del sole non c’entra niente o c’entra molto meno di quello che si pensa. Puoi tenere un computer inscatolato al buio per anni che comunque si scolora sempre. Personalmente ho in parte risolto spalmando le plastiche, dopo averele lavate con un mix di acqua e sapone di marsiglia liquido con aggiunte di piccole quantita di alcool e acetone, con un poco di olio di vasellina, crea uno strato protettivo che riduce di parecchio il processo di ossidazione. Nel mio caso dopo due o tre anni le plastiche hanno mantenuto il colore senza ingiallire.
Buona sera, sono giunto su questo sito quando ho ereditato un vecchio e ingiallito (ma pur sempre affascinante) televisiore Algol 12 di Brionvega.
Ho letto molto riguardo retrobright, la mia domanda è, secondo lei è saggio utilizzarlo sulle plastiche dell’algol che non sono “porose” come quelle dell’abs nei vecchi mecintosh ma lucide?
La ringrazio anticipatamente
Buon giorno.
Il miglior consiglio su come sbiancare i computer. L’ho provato su un vic20 e un commodore 64c con risultati strepitosi (anno 2012).
Sono tornato su queste pagine dopo 2 anni e ho letto l’aggiornamento dove viene specificato che il trattamento non è definitivo e duraturo, nemmeno con i computer inscatolati. Appena possibile provo aprire anch’io i miei scatoloni per controllare se qualcosa è cambiato.
Sono tornato su queste pagine per ripassare la ricetta, in quanto sto per sbiancare altri computer. Sarebbe graditissimo se qualcuno mettesse le foto, prima dello sbiancamento, dopo lo sbiancamento, e come peggiora dopo qualche anno le plastiche sbiancate. Completerebbero questo articolo, il migliore a mio avviso.
PS: per rispettare il suo lavoro, quando ho bisogno della ricetta o di ripassare i procedimenti, torno su queste pagine invece di essermi stampato il suo articolo.
Grazie.
Emanuele
Ciao Giacomo,
chiaro e dettagliato l’articolo.
Io l’avevo gia’ letto l’anno scorso ma oggi sono tornato a dare un’occhiata ai commenti e se a qualcuno puo’ essere utile, io ho ordinato la gomma xantana su questo sito a circa 3 euro una confezione di 25 gr. (ne ho acquistate 3 confezioni).
Le spese di spedizione con GLS vengono 5 euro circa.
Evitate davvero le farmacie perche’ chiedono fino a 15-20 euro.
Grazie
Maurizio.
http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__gomma-xantana.php?pn=2631&gclid=CjgKEAjwz7mdBRDS46_ipNqqsEQSJAC4rrGkvPzLTDgtK988N0mqXCHC1pZcDQO_9hFObxchrFH-0vD_BwE
Ciao, non avete mai provato le spugnette bianche della Scotch Brite? le vendono in tutti i supermercati. Credo ci siano anche di altre marche, la chiamano “gomma magica” o simile. Non so se il risultato sia paragonabile ma le uso anche per le plastiche ingiallite e vedo buoni risultati. Non ho idea di cosa siano fatte, forse per le serigrafie sono un pò troppo aggressive.
Laura
Buonasera a tutti, confermo quanto scritto sopra il retr0bright purtroppo non è definitivo. Solo dopo tre mesi che il mio commodore 128 era tornato a splendere come ai bei tempi con vanish e acqua ossigenata 40, stamane ho cominciato a vedere di nuovo il declino inarrestabile della plastica, quel malefico giallo :(
Speriamo che un giorno scopriranno un altro composto che almeno blocchi il processo, smontare e risbiancare di nuovo è logorante.
La glicerina nella ricetta serve a cosa?
Io dovrei sbiancare una piccola parte di gomma sulle scarpe da tennis
La glicerina serve a creare un effetto pellicola sulla superficie per evitare che il prodotto steso si asciughi troppo presto.
Salve a tutti, articolo molto interessante complimenti.
Mi sembra di aver capito che il trattamento non è definitivo e dato che ho diverse console da pulire non me la sento di affrontare tutto il procedimento!
Qualche decenio fà, ho fatto la prova a colorare delle plastiche per computer (tower) con uno spray acquistato dal Brico e a mia sorpresa sono rimaste tuttora invariate senza creparsi.
Ora cercando di trovare il colore il più vicino possibile all’originale che si vuole ripristinare e scegliendo un tipo di spray “elastico” come avevo preso all’epoca si potrebbe raggiungere un risultato definitivo o quasi.
Gli interventi di restauro sono spesso argomento di discussione nei gruppi o forum dedicati al retrocomputing. Il restauro dovrebbe sempre essere “conservativo” e alterare meno possibile le caratteristiche originali del pezzo.
Visto che alcuni pezzi trattati col retr0bright sono tornati a ingiallire, praticamente non lo uso più. Personalmente la verniciatura non mi convince… mi sembra che vada a snaturare l’originalità di un pezzo.
Conclusione: un leggero ingiallimento non mi ha mai dato fastidio, e per i pezzi molto ingialliti aspetto di trovarne in condizioni migliori.
Condivido pienamente, non snaturare la macchine, piuttosto lasciarle ingiallire che verniciarle. Il mio 128d l’ho trattato diverse volte negli anni, ed ora sembra (spero di non cantare troppo presto vittoria) si sia arrestato il processo di ingiallimento.
Vedremo avanti.
Funziona anche con oggetti in PVC ingiallito?
Albert, credo proprio di no. L’ingiallimento è dovuto a un additivo usato nelle plastiche in ABS che non credo sia presente nel PVC.
Ciao! La glicerina come è necessaria? Vegetale? Ho visto che on line c’è ne sono parecchi tipi…grazie!!!
Questo argomento rimane attuale a giudicare dai post costanti durante gli anni, per cui contribuisco anche io a fornire la mia esperienza della settimana scorsa. Ho recuperato un A500 che definirlo giallo era un complimento. Probabilmente era rimasto in cima ad un armadio per 20 anni. Ho smontato le plastiche, le ho pulite e spazzolate dentro alla vasca con una spazzola (per salvare le etichette senza staccarle ho un trucchetto tutto mio) e detersivo per piatti. Non ancora soddisfatto ho lavato e risciacquato le plastiche in lavastoviglie con un lavaggio delicato, quindi direi che le plastiche erano pulite e sgrassate… ho utilizzato la formula “facile” della crema da parrucchiera 30vol e vanish, ma invece di usare il sole, ho messo tutto dentro ad uno scatolone interamente rivestito di stagnola riflettente e neon di wood da 20W. Il problema è che la plastica è venuta a macchie nel senso che si vedono proprio le pennellate (8 ore di esposizione), probabilmente dove c’era più o meno reagente.
Con i tasti della tastiera (puliti con sapone sgrassante chanteclaire) ho provato invece ad stendere uniformemente il retrobright mettendoli a bagno in una vaschetta, tutti a faccia in su e poi neon da 20W per un giorno, anche quelli sono venuti a macchie, specialmente quelli grigi.
Secondo me i maggiori indiziati dell’insuccesso sono due: o i 30 vol della crema sono troppo aggressivi, oppure il neon di wood applicato dentro ad una scatola riflettente è troppo efficace (accelera la reazione) rispetto all’esposizione solare.
Cosa ne pensate?
Ciao Matteo, la crema da parrucchieri è più liquida del retr0bright quindi tende a colare. In entrambi i casi (crema parrucchieri / ricetta originale) non si deve lasciare gli oggetti “abbandonati” per così tanto tempo. Bisogna controllare ogni ora/mezzora per ridare una pennellata e mantenere la superficie umida.
Le strisce che vedi sono dovute al fatto che in alcune zone la crema si è seccata – la pennellata crea dei “solchi” non uniformi. Purtroppo la plastica è irreversibilmente rovinata.