Quando ero piccolo – avrò avuto 10 anni – avevo un amico dal nome inusuale, Wainer. A un certo punto papà e mamma comprarono a suo fratello maggiore un computer, proprio un Commodore 16. Io e Wainer eravamo molto incuriositi dalla novità, e mi ricordo di qualche giornata passata a leggere il manuale cercando di combinare qualcosa con questo meraviglioso oggetto: il computer. Continua a leggere
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Restauro di un Commodore 64C: Cif e RetroBright
Ho scelto questo Commodore 64C per darvi un esempio di come “restauro” un computer, e per farvi capire in che stato arrivano i pezzi che recupero. Continua a leggere
Commodore VIC 20
Il mio caro amico – nonché socio – Raffaele mi ha regalato per natale il suo primo computer, un Commodore VIC 20.
Ai tempi io avevo uno Spectrum, il VIC 20 ce l’aveva mio cugino: la mia passione per i computer Commodore iniziò poco tempo dopo quando mi comprarono il Commodore 128. Contemporaneamente mio cugino ricevette il mio Spectrum e iniziò la sua passione per i computer Sinclair.
Prima di apparire sulla mia scrivania, il computer è rimasto per un quarto di secolo nella cantina dei genitori di Raffaele, e conoscendo sua madre mi stupisco che sia sopravvissuto a tutte le “pulizie di primavera” fino ad oggi!
Era in una scatola insieme a qualche cassetta, uno joystick, una coppia di paddle Commodore e una cartuccia del gioco Pacman.
Come ciliegina sulla torta – per gli appassionati come me – c’è anche la scatola con i polistiroli, in ottime condizioni. Purtroppo manca il manuale, chissà se prima o poi non ne trovo uno… anche il primo VIC 20 che ho recuperato non aveva il manuale.
Dopo i vari impegni natalizi, cene, pranzi, parenti, finalmente sono riuscito a provarlo. Non funziona. Beh, dopo 25 anni in cantina potevo aspettarmelo. Non si accende neanche il led. Mmmhh, non si accende il led: che sia l’alimentatore? Prendo il tester dal cassetto e controllo i voltaggi. Zero sui 5 volt alternati e sui 9 volt continui (o è il contrario? non ricordo mai). Gli alimentatori Commodore non si riparano, non si possono aprire e comunque la parte interna è affogata in una colla indistruttibile.
Vabbè, è andato. Però, forse potrei controllare il fusibile dell’alimentatore, la cosa più ovvia se non c’è nessun segno di vita. Il fusibile è guasto, si vede a occhio nudo. Lo sostituisco, ricollego il VIC 20 e… funziona! Non sono capace di riparare apparecchiature elettroniche, ma sono orgoglioso del mio piccolo successo. Anche se è solo fortuna…
Il computer era ingiallito a macchie ma, grazie a qualche mese di esperimenti con il gel retrobright (o Retr0bright per essere precisi), sono riuscito a riportarlo alla condizione originale.
Commodore Amiga 2000
Ho comprato questo Amiga 2000 di seconda mano nel febbraio del 1997 tramite un annuncio su un giornalino locale; era di un ragazzo che aveva anche un Amiga 1200 e decise di vendere il 2000 dato che non lo usava più.
Ci sono state diverse revisioni della scheda madre di questo computer: quello dell’annuncio aveva la 6.3, una delle ultime; era inclusa anche una scheda Commodore “Bridgeboard” con un processore 286 per emulare un PC.
Purtroppo con questo computer ho imparato a mie spese (letteralmente!) che è meglio togliere le batterie interne se il computer non viene utilizzato… infatti un paio di anni fa l’ho acceso per fare alcune prove ma non si avviava: la batteria era completamente andata e aveva fatto fuoriuscire liquido corrosivo sulla scheda madre rendendola inutilizzabile. Una di quelle cose che si sanno ma si pensa sempre “a me non succederà”, e invece il danno era irreparabile ed ero davvero disperato!
Sono riuscito a trovare una scheda madre nuova su eBay Germania: un professore aveva acquistato molti anni prima un Amiga 2000 e per sicurezza aveva comprato una scheda madre di ricambio per ogni evenienza, di cui ormai non aveva più alcun bisogno.
Commodore SX-64
Dopo tanti anni di attesa, sperando di trovarne uno in zona, ho dovuto cedere e l’ho comprato su eBay. Almeno sono riuscito a trovare un venditore austriaco poco esperto che non ha presentato bene l’oggetto e il prezzo non è salito troppo…
A parte un piccolo difetto sulla maniglia e qualche inevitabile segno del tempo, il computer è in buone condizioni ed è perfettamente funzionante. Quando mi è stato consegnato devo ammettere che ero davvero emozionato! Ho aperto il pacco, staccato la tastiera dal computer e collegata al 64, collegato il cavo alla corrente, premuto l’interruttore di accensione: un attimo di trepidazione perché il monitor sta un po’ per scaldarsi… funziona!
Il venditore aveva incluso un gioco originale (Skate or die): ho inserito il floppy; LOAD"*",8,1
; il drive parte e appare il logo Electronic Arts; dopo un po’ appare la schermata introduttiva del gioco con la musica in sottofondo – la chitarra elettrica campionata di questo gioco è rimasta nella storia del 64 – così provo a girare tutte le manopoline del volume, del monitor… tanto per essere sicuro che tutto funzioni bene.
Per qualche altro malato che può condividere la mia passione posso solo dire wow: bellissimo.
Commodore Amiga 1000
Il primo Amiga! Per me e per tanti altri ragazzi l’unico Amiga che ci potevamo permettere (o far comprare ai genitori) era il 500: infatti fu il modello più venduto in assoluto tra gli Amiga della Commodore.
Conoscevo solo un ragazzo che aveva il 1000, ma preferivo il 500 perché aveva il sistema operativo (“kickstart”) in ROM, mentre il 1000 doveva caricarlo dal floppy ogni volta che veniva acceso.
Il modello in mio possesso è la versione americana, per cui può essere usato solo con un trasformatore per adattare la corrente elettrica dai nostri 220V a 110V. Un po’ ingiallito ma perfettamente funzionante. Mouse così così, mancano i manuali. Con monitor A1080 (sempre a 110V e in standard video americano NTSC). Da eBay, 9 luglio 2005.
Commodore Amiga 1200
Questo computer era di un ragazzo che faceva lo speaker in radio e lo usava, come tanti all’epoca, per piccole produzioni musicali “lo-fi”. Aveva messo un annuncio nel 2000 su un giornalino.
Degli Amiga “tutto nella tastiera” questo è stato l’ultimo modello e il più potente, con la possibilità di avere un disco da 2,5″ interno e una porta PCMCIA laterale oltre alle solite porte di espansione.
Mi ricordo che ce l’aveva un caro amico; lo usava per fare musica, ma facevamo anche qualche partita ad “Alien Breed” in versione migliorata per sfruttare il nuovo chip grafico di questo modello. Avevo da poco preso il mio primo Mac e confesso che i giochi mi mancavano un po’!
Purtroppo il disco interno ha iniziato a dare problemi e non è più utilizzabile; come per tanti vecchi portatili, il disco è la parte più a rischio e dovrei recuperare un po’ di hard disk ide e scsi di piccolo taglio da 2,5″ per sostituirli dove si sono guastati.
Commodore 8032
Ecco un altro computer della serie PET, la linea professionale della Commodore.
Questo era forse il più diffuso, ed era venduto in bundle con un doppio lettore floppy da 5″1/4 (modello 8050) e una stampante ad aghi da 132 colonne; è infatti con queste periferiche che l’ho recuperato nel 2000.
Commodore 3032
Questo computer mi è stato regalato da un amico nel 2002. Anche lui è appassionato di vecchi computer, ma un po’ più “monomarca”: ha un sacco di computer Apple e non aveva grande interesse in questo pezzo.
Per me invece rappresenta il computer più vecchio della mia collezione, infatti è del 1978.
Commodore 128D
Ricordo che ce l’aveva un mio compagno di classe, e lo chiamava scherzosamente il “128 diesel”, per quella “D” nel nome…
Questo modello l’ho trovato nel 2000 grazie a un annuncio su un giornalino insieme a una stampante Commodore a margherita. Ho provato a fare una stampa e sembra di sentire una mitragliatrice!