Alias Thomson MO6
Ho recentemente comprato questo computer al solito mercatino, che ho ripreso a frequentare con una certa regolarità. Ancora mi stupisco di come Olivetti abbia deciso di commercializzare questo computer quando i Commodore 64 e i Sinclair ZX Spectrum venivano ancora venduti in gran quantità. E non era neanche un prodotto progettato da Olivetti, ma solo un Thomson MO6 rimarchiato.
Mi sono successe tante cose negli ultimi anni; non ho più lo stesso tempo libero di una volta, ma mi manca pulire vecchie cose impolverate degli anni ’80 e scrivere sul sito. Perciò, anche se non è tra i miei computer preferiti, quando ho visto questo Olivetti Prodest PC 128 ho deciso di acquistarlo perché avevo voglia di dedicare un po’ di tempo al mio hobby preferito.
Piuttosto sporco, vero? Come al solito l’ho smontato ancora prima di provare ad accenderlo. Non ho notato alcun problema sulla scheda madre. E di sicuro non ho notato il condensatore di filtro sulla sezione di alimentazione. Conosco i RIFA ma questo era di un azzurro proprio carino vicino al trasformatore. Ecco la vista esplosa (ehm… un involontario gioco di parole):
Come potete vedere, il sistema è basato su una CPU Motorola 6809.
I disk drive erano piuttosto costosi all’epoca; per molti sistemi a 8 bit la cassetta era l’unico supporto abbordabile, e molti computer includevano un registratore. Il pulsante di registrazione era spaccato – sospetto che il venditore abbia “testato” ogni pulsante: “oh come mai questo non va giù… fammi provare con più forza… (SNAP)… guarda l’ho sistemato”. Ho usato un dremel per fare un buco su entrambe le parti del pulsante, poi ho inserito un pezzo di graffetta come rinforzo. Ho scambiato il pulsante di registrazione con quello di stop perché quest’ultimo non deve spostare alcun meccanismo e quindi non ha bisogno di una grande pressione per svolgere la sua funzione.
Non provate a rimuovere i tasti dalla parte superiore della tastiera, specialmente la barra spazio: rischiate di rompere i piccoli ganci che la tengono agganciata all’asticella di ferro. E state attenti a non ribaltare la tastiera, altrimenti tutte le molle potrebbero finire sotto il tavolo e potreste perdere cinque minuti a trovare le ultime due. Come avete supposto, ho quasi rotto un gancio della barra spazio e ho ribaltato la tastiera. Ho dovuto aprirla solo per rimettere al suo posto la barra spazio.
Guardando il lato positivo, almeno potete vedere com’è fatta dentro.
Ecco le due metà del computer dopo essere state pulite e riassemblate.
Sul lato destro sono presenti il pulsante di reset, un paio di porte joystick, l’uscita video RF e il connettore per la penna ottica.
Sul retro ci sono la porta A/V SCART, un’uscita audio mono, una porta stampante e un connettore di espansione.
Ma com’è pulito! È ora di accenderlo.
Ha funzionato al primo colpo, ma mentre stavo scrivendo un piccolo programma in BASIC ho sentito un rumore come se 10 zanzare venissero bruciate contemporaneamente da uno zapper in una notte d’estate, poi il fumo ha cominciato a uscire dalla scocca. Un fumo puzzolente, denso e unto. Spengo il computer, chiudo la porta, apro la finestra. Mi è già successo e so che devo agire in fretta se voglio che la puzza se ne vada in una settimana piuttosto che in un mese.
E così ho dovuto smontare e pulire tutto da capo. Riconosco i filtri RIFA, e adesso anche i WIMA. Era lì, alla posizione CP01.
Per ora ho semplicemente rimosso il filtro senza sostituirlo: non credo che userò questo computer molto spesso.
All’ennesimo trasloco ho pensato a Te appassionato del modernariato computeresco.. Spero la tempestività nello spegnere il vecchio computer e nell’aprire la finestra abbiano ridotto l’odore di bruciato ad un paio di giorni.. :D Al tempo libero, e ad una passione mai sopita del cerca/ trova/ smonta/ ripristina/ rimetti in funzione/ scrivi/ pubblica. Sempre un piacere leggerti.. Al prossimo ritrovamento allora ! :)