Domenica scorsa, come ogni seconda domenica del mese, ho fatto un giro al mercatino di Udine. Sono mesi che non trovo niente di interessante, ma questa volta mi sono portato a casa un Atari VCS, rinominato alcuni anni dopo “2600”, con qualche gioco e alcune istruzioni ma senza joystick o paddle.
Il primo acquirente di questa console era sicuramente inglese, visto che c’era un alimentatore UK, un piccolo catalogo dei centri assistenza nel Regno Unito e il modulo di iscrizione all’Atari club da spedire a un indirizzo della città di Slough.
L’alimentatore, non originale, era stato adattato per l’uso in Italia in modo artigianale e decisamente poco sicuro:
A essere sincero ho già un VCS, ma qualche cartuccia mi mancava e la console era in ottime condizioni. L’ho presa per 20 euro e così ho passato un paio d’ore a smontarla, pulirla e fotografarla. Le cartucce erano leggermente ammuffite e la console aveva decisamente bisogno di essere disinfettata.
Ecco le cartucce dopo essere state delicatamente pulite con un panno umido:
Ho poi scoperto che il gioco H.E.R.O., che conoscevo nella versione per Commodore 64 (ricordo ancora il suono della miccia e dell’esplosione della bomba) viene riportato da AtariAge come “Rare”, almeno nel mercato nord americano.
Oltre ai manuali di qualche gioco, c’era un libretto promozionale datato 1982 con le descrizioni dei nuovi giochi per la console, tra cui lo sfortunato “E.T. The Extra Terrestrial” di cui si è tanto parlato ultimamente.
La console è una delle prime versioni, con tre levette per lato e la scheda madre circondata dal metallo per limitare le interferenze; made in Hong Kong. Si smonta completamente in qualche minuto.
Ho preso uno joystick e l’alimentatore da un altro 2600 che avevo già per fare una partita a Dig Dug.
Qualche altra foto della console:
Beam aboard the Atari Club!
– Captain Atari
Bellissima!! Sapessi da quanto sto cercando un VCS “woody” come questo. :)
Questo VCS è il “light sixer”; il primo modello – heavy sixer – è ancora più bello. Prima o poi…
“Prima o poi” è il nostro mantra. :D Grazie alla nostra passione sono riuscito a provare e possedere macchine a lungo desiderate da ragazzino.
In questo periodo sto esplorando la produzione Sharp degli anni ’80.
E’ caratterizzata da lampi di genio assoluti. Ma diciamo che tutti i produttori giapponesi si sono distinti per originalità e scelte coraggiose. :)
io lo avevo questo qui da bambino, sara’ stato intorno all’anno 80/81 o giu’ di li
era un kit che costava parecchio per l’epoca e se non erro lo compro’ mio padre in seguito ad un 13 al totocalcio
avevamo sia i joystick come quello in foto che il pad con la ruota, giochi costavano parecchio mi pare che quelli economici erano prezzati a 99.000 lire ma molti erano sulle 150.000
…quanti ricordi… ando’ in pensione all’arrivo del vic 20 in casa qualche anno dopo