Avevo già pubblicato un breve articolo sul mio Commodore 128D, ma dato che ho recentemente ricevuto un Commodore 128DCR, ho deciso di scattare qualche foto per paragonare i due modelli.
La foto in apertura presenta il modello DCR insieme al monitor 1901 e al mouse 1351, con in esecuzione l’ambiente grafico GEOS 2.0 per il Commodore 128 in modalità 80 colonne.
In realtà per entrambi i computer il nome è 128D, ma la sigla CR distingue il secondo modello, cost reduced, progettato appunto per essere meno costoso da produrre.
L’ingombro è grossomodo identico, ma le differenze si notano immediatamente. Il 128D ha la scocca interamente in plastica, ha una maniglia per il trasporto che ha poco senso per questa tipologia di computer, e due ganci per avvolgere qualche cavo; questa vocazione al movimento si nota anche dalla possibilità di incastrare la tastiera sotto al computer per limitarne l’ingombro durante il trasporto.
La disposizione delle porte è differente tra i due modelli. Nel 128DCR la porta per il lettore di cassette è laterale. In comune le porte per tastiera, joystick/mouse, reset del drive interno e reset del computer.
Sul retro sono posizionate le rimanenti connessioni: cartuccia/espansione, cassetta (128D), seriale, audio/video, TV, RGBI, user.
Il Commodore 128D sembra essere stato sviluppato piuttosto in fretta: all’interno del case sono state inserite le schede madri di un normale Commodore 128 e di un drive 1571 con qualche minima modifica, la meccanica del drive e un alimentatore.
Nella foto successiva ho appoggiato un 128 sopra il 128D: è ancora più chiaro che la scheda madre è praticamente la stessa.
Il 128DCR ha invece un’unica scheda madre riprogettata da zero con tutto ciò che serve per gestire anche il drive.
Come avevo accennato, il 128D ha una “tasca” per il cavo e una serie di incastri e di ganci per bloccare la tastiera nella parte inferiore del case:
Ecco infine il Commodore 128D pronto per essere trasportato da un posto all’altro, come capita spesso ai computer desktop :-)
Non sminuire le doti di trasportabilità del 128D. :)
A chi non è mai capitato di portare il computer a casa di un amico per interminabili sessioni di gioco?
Il mio C64 era quasi sempre imballato nello scatolo originale, poiché non c’era mezzo più comodo per trasportare trasformatore, computer e cavetti vari a casa degli amici, che avevano la TV più grande della mia, senza nessun’altro a reclamarla per vedere un noioso TG.
Il maniglione e l’alloggiamento tastiera di questo modello erano una genialata.
Altroché! :)
Secondo me il 128D era spesso “il computer del papà”, con appoggiato sopra un monitor per la modalità 80 colonne… e magari, quando non lo usava, si poteva giocare in modalità 64. Difficile che a un bambino venisse regalato un computer del genere o che gli venisse permesso di portarlo in giro :-)
Vero. Era un computer più da “adulti professionisti”. In effetti non ne ho mai visto uno, se non quello da esposizione in un paio di rivenditori Commodore.
Nessuno dei miei amici l’ha mai posseduto. Però che bel pezzo di ferraglia. :)
Articolo spettacolare!
Anche io ne ho uno un 128dcr ma con il floppy non funzionante e volevo sapere se esistono gli schemi per poterlo riparare.
http://www.zimmers.net/anonftp/pub/cbm/schematics/computers/c128/
Grazie mille!