L’ultima donazione del 2012 è quella di Walter, che a metà dicembre mi ha scritto per chiedermi se fossi interessato ad accogliere un Power Macintosh 5500 e una stampante laser Apple. Si è offerto perfino di consegnarmi i pezzi a domicilio.
Non ho mai cercato i Mac simili a quello che mi offriva perché ce ne sono così tanti, tutti simili, e rappresentano per me il periodo peggiore di Apple. Comunque non ne ho neanche uno e il 5500 è stato l’ultimo e migliore della serie, e per questo ho deciso di accettare la donazione.
Mi sono offerto di andare a ritirare i pezzi per non rendere la donazione una scocciatura, ma Walter mi ha risposto che da Treviso a Udine il viaggio è breve e sarebbe venuto volentieri. Ci siamo scambiati i numeri di telefono e qualche giorno dopo mi ha chiamato per mettersi d’accordo per il giorno e l’ora della consegna. Walter è arrivato puntuale, insieme a Massimo, un amico architetto con cui ha esplorato i vari paesi del tragitto evitando l’autostrada e i percorsi più trafficati e anonimi.
Quando è arrivato ha iniziato a scaricare la macchina e mi ha sorpreso con alcuni oggetti di cui non mi aveva parlato: un Macintosh Classic II, una calcolatrice Olivetti Logos 40 del 1977, un’altra calcolatrice Made in Italy della IME, e un Apple iBook (che purtroppo ha il trackpad che non funziona).
Dopo aver bevuto un tè e fatto quattro chiacchiere, ho passato il resto del pomeriggio ad accendere e fargli provare vari computer che ho in casa, soprattutto quelli Apple a cui era più interessato. Dall’Apple II europlus al Macintosh Portable, dal Newton al Powerbook Duo, dal IIfx al Quadra 900, raramente ho avuto ospiti tanto interessati e mi ha fatto molto piacere raccontare la storia dei pezzi che – come mi ha detto prima di lasciarmi – aveva solo visto in foto e mai toccato con mano.
Il giorno dopo ho acceso il Macintosh Classic II, che ha i sintomi dei condensatori “stanchi”: difficoltà ad avviarsi e volume audio bassissimo. A una prima verifica della scheda madre il sospetto è stato confermato dalle macchie di unto attorno a tutti i condensatori, che sostituirò con calma (alcuni non li ho e devo ordinarli). Di conseguenza il primo articolo sugli oggetti che mi ha portato è sulla calcolatrice Olivetti.
La Logos 40 è stata “vestita” per Olivetti da Mario Bellini nel 1977, una tra le prime calcolatrici dell’azienda a essere offerta anche in una versione con il display LCD.
Anche il cavo di alimentazione segue gli stilemi dell’azienda, dimostrando l’attenzione di Bellini al più piccolo dettaglio. Il cavo, una volta inserito nella calcolatrice, è perfettamente allineato con il retro e non sporge di un millimetro.
A parte qualche eccezione (ad esempio la Programma 101 di cui si è visto e sentito spesso ultimamente), non si parla mai di chi ha progettato i vari apparecchi che ci circondano, di chi ha trasformato in realtà il disegno di qualche famoso architetto. Anche in questo caso le poche informazioni che ho trovato in rete riguardano solo il design di Bellini, ma non la squadra di persone che ha effettivamente realizzato questa calcolatrice.