Il primo marzo di quest’anno ricevo dal sito un messaggio con soggetto “una collezione in cerca di casa” da una persona che si firma “Beppe” e mi dice che la sua collezione sta prendendo polvere in cantina da troppo tempo, e sta cercando qualcuno che se ne possa prendere cura in maniera adeguata. Un’altra condizione: ritiro a domicilio. Dopo aver confermato il mio interesse, chiedo di avere un elenco approssimativo del materiale da ritirare, giusto per organizzarmi nel caso il bagagliaio della mia macchina non sia sufficiente. Ricevo una risposta con la promessa di prepararmi una lista appena possibile. Beppe abita vicino a Torino.
Dopo un mese non ho ancora ricevuto notizie, inizio a pensare che Beppe abbia cambiato idea; gli scrivo che se effettivamente è così per me non c’è nessun problema, immagino che la decisione sia stata presa in un momento di sconforto: mancanza di spazio, di tempo… succede anche a me. Beppe mi risponde che è in effetti la decisione è stata sofferta, ma che è solo stato molto impegnato con il lavoro e non ha avuto il tempo di fare l’inventario.
Qualche e-mail dopo abbiamo deciso il giorno dell’incontro incrociando i nostri impegni: Beppe e sua moglie ci aspettano per una pastasciutta il 30 aprile. Per affrontare gli oltre 1000 Km del viaggio tra andata e ritorno, chiedo a un amico – Fabrizio – se vuole accompagnarmi in un’avventura on the road, anzi, on the highway, dato che il viaggio è praticamente tutto in autostrada: da Udine a Torino vuol dire percorrere tutta la larghezza dell’Italia!
Arriva il giorno del viaggio: parto alle 7 di mattina, passo a prendere Fabrizio a Pordenone per le 8 e, alternandoci alla guida, arriviamo da Beppe verso le 12:30.
Beppe ci accoglie e ci porta subito in mansarda per una carrellata dei pezzi che ha già provveduto a distribuire in vari scatoloni; è un po’ emozionato per il “distacco” dai suoi vari computer e console, ma è una persona con cui entro subito in sintonia. Come dice Fabrizio, tanti della nostra generazione sembrano fatti con lo stampino: abbiamo la stessa passione per i computer, i vecchi videogiochi, la fantascienza, i cartoni animati giapponesi… nel suo studio vedo sugli scaffali qualche modellino di Gundam, di Macross, l’elmo di Dart Fener/Darth Vader, un cabinato arcade in fase di trasformazione in MAME cabinet; in soggiorno i DVD di Battlestar Galactica e un poster originale italiano del primo film della saga di Guerre Stellari.
Nel frattempo è tornata a casa anche Sara, la moglie di Beppe, così ci mettiamo a tavola e quando guardo l’orologio per vedere l’ora mi rendo conto che nessuno si è accorto del tempo che passava: sono le 5 del pomeriggio! Vuol dire che siamo stati tutti bene, abbiamo chiacchierato per ore, ma il viaggio di ritorno è lungo ed è il caso di caricare la macchina e partire. Alla fine partiamo verso le 6, il viaggio di ritorno sembra più lungo, ma non troviamo traffico e anche la tangenziale di Milano è piena di macchine ma scorrevole. Accompagno Fabrizio a Pordenone, e sono a casa verso le 11 di sera… il contachilometri segna 1057 Km, lascio tutto in macchina, mangio un boccone e mi butto nel letto.
Il giorno dopo porto tutto in casa per iniziare a fare ordine tra i pezzi della collezione di Beppe. Mia moglie, anche se ama la mia passione, non è proprio contentissima di avere la cucina invasa da tutta questa roba: mio padre mi diceva “questa casa non è un albergo”, e me ne sono andato di casa; mia moglie mi dice “questa casa non è un deposito” ma non posso (e ovviamente non voglio) andarmene :-)
Ora è (quasi) tutto sistemato, rimane qualche scatola di floppy e qualche pezzo cannibalizzato che devo portare in cantina.
Il viaggio a Torino, con la compagnia di Fabrizio, è stato bello, Beppe e Sara sono due persone con cui sono stato bene, e mi dispiace che siano così lontani perché mi piacerebbe rivederli ancora. Oltre ai pezzi della foto ci sono dozzine di floppy, cavi e qualche Spectrum da usare come pezzi di ricambio. Parlerò sicuramente dei vari computer e console nei prossimi articoli.
Grazie ancora Beppe!
Alcuni sono boxati, figata :) I nostri retrocomputers con ancora la scatola originale hanno molto più fascino :) Bel post :)
Mi sono immaginato la mappa con la musichetta di “Indiana Jones and the last crusade” con l’aeroplanino e le linea rossa mentre guardavo il percorso che ti è toccato fare.
Ragazzi avevte una fortuna pazzesca, a me è toccato andarli a comprare uno ad uno, mai beccato una persona decisa a regalare, forse pure perchè qui a treviso sono tanto attaccati ai soldi.
Perfino mia zia, suo marito è morto ed era un amighista incallito, faceva editing video , sono riuscito soltanto a prendergli un amiga 1000 scatolato un 3000 pompatissimo ed aveva dico 10 sistemi amiga Draco super pompati per l’editing video neanche uno me ne ha voluto dare, vuole venderli. Comunque la cosa più bella sono riuscito a trovarla e torglierla senza che capisse di cosa si trattava, una roland tb303 ancora inscatolata, quando l’ho vista mi brillavano gli occhi, lei mi ha chiesto cosa era ed io gli ho risposto una cazzata per fare dei suoni vecchia non vale niente, e me la sono portata a casa . è una macchinetta incredibile alla fine meglio una roland tb 303 che qualche amiga, cmq se avete bisogno di robba per amiga fatemi sapere che vi metto in contatatto con lei, ha di tutto monitor commodore genlook mixer tutto firmato amiga e ovviamente amiga ha ancora un mille scatolato se vi puo interessare
Innanzitutto vorrei dire che il sito è completamente personale, non c’è un gruppo o una redazione; questo solo per farti capire meglio quello che sto per scrivere. Tutti i miei amici conoscono la mia passione per i vecchi computer, e a un certo punto ho deciso di condividerla con chi ha voglia di leggere ciò che scrivo.
Questo sito è un impegno, scrivo nel poco tempo libero, e le foto sono tutte originali, che vuol dire che le scatto io, poi le scontorno in Photoshop per uniformarle tutte a sfondo bianco per dare un’immagine coerente al blog.
Perché, Raffaele, ti dico tutto questo? Perché se vuoi che qualcuno contribuisca alla tua passione, devi dimostrare che è autentica, devi impegnarti e fare un po’ di fatica. Se non fai sapere al mondo che ti interessano i vecchi computer, come puoi lamentarti che non ti è mai capitato di averne in regalo?
Sono d’accordo che tua zia avrebbe potuto regalarti gli Amiga del marito, ma credo che imbrogliarla non sia stato d’aiuto, come non credo di aver “beccato” – un altro termine che sa di raggiro – il Beppe di questo articolo, ma di avergli dimostrato che i suoi pezzi saranno trattati con cura e che non dovrà mai pentirsi della scelta che ha fatto.
Accidenti Giacomo,
oltre che vieni a razziare nelle mie terre, non passi nemmeno a trovarmi? :)))
Io invece sono buono, e ti dico che dal 19 al 23 saro’ dalle tue parti, avro’ come base udine e mi piacerebbe almeno una sera fare una cena con tutti quelli che conosco.
Dammi un cenno :)
Alberto
Mi fai sentire in colpa! Però per la cena puoi contare su di me, mi fa molto piacere, ti mando un e-mail o ti chiamo al cellulare nei prossimi giorni.
Che invidia! Anche a me è toccato comprarli uno per uno…
Bellissima “apparecchiata”. :)
Complimenti per il C64 Executive che campeggia fiero là nel mezzo. Un mio amico sarebbe disposto ad uccidere per aggiungerlo alla sua collezione. :-))
Nel mio piccolo mi difendo bene, ma lui possiede materiale impensabile.
Complimenti per la collezione ed il blog.
Quando mia moglie si stuferà di me e dei miei computer, potrà contattare il tuo amico: lui mi ucciderà e otterrà in cambio il 64 SX. Come dicono in America, una situazione win/win :-D